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Sindrome da acquisto compulsivo

Sindrome da acquisto compulsivo
Disturbo ossessivo-compulsivo che indica il desiderio compulsivo di fare acquisti, per questo anche chiamato “shopping compulsivo” o ”shopping-dipendenza”.
Sono soprattutto donne di giovane età che vedono trasformarsi un iniziale e normale piacere nell’acquisto in un vero e proprio impulso irrefrenabile ad acquistare qualcosa di nuovo. Uno stato di tensione crescente che diventa incontrollabile e che influisce in modo grave sulla vita della persona e il suo equilibrio.
Il disturbo porta il soggetto, dopo aver acquistato oggetti di ogni tipo, a metterlo da parte, a regalarlo o buttarlo via, percependo molto spesso un sentimento di colpa o di vergogna.
Una studiosa statunitense, S. L. McElroy, si è occupata di questo fenomeno, proponendo dei criteri diagnostici per distinguere le persone che fanno shopping in maniera come una normale attività, da quelle per cui si trasforma in un disturbo ossessivo-compulsivo con tratti patologici. Tre, in particolare, sono i tratti che identificano questo disturbo:
-          L’impulso a comprare è percepito come qualcosa di irresistibile e che porta ad acquistare frequentemente oggetti spesso inutili o di cui non si ha bisogno per un periodo di tempo lungo e comprando al di sopra delle proprie possibilità;
-          L’impulso e l’atto del comprare provocano stress, interferiscono in modo significativo con le attività sociali e lavorative fino a provocare problemi finanziari anche di grossa entità, come l’indebitamento o la bancarotta;
-          Il comprare in maniera eccessiva non si presenta solo nei periodi di mania o ipomania;
Ciò che rende difficile la diagnosi di questo problema è il fatto che, da un lato, la patologia nasce da un comportamento normale e quotidiano che rimane silente fino ad irrompere  nella forma acuta del disagio; dall’altro, la diffusa cultura dell’acquisto porta spesso a non saper tracciare una netta distinzione tra chi acquista per soddisfare normali desideri e chi lo fa spinto da una pulsione irrefrenabile (compulsive buying). 

Studi recenti, inoltre, hanno evidenziato come anche la scelta degli articoli risponda spesso ad un bisogno, più o meno cosciente, di costruire all’esterno la propria identità, attraverso la proprietà in generale o specifica di alcuni oggetti.
Ci sarebbe, quindi, anche una dimensione simbolica nell’acquisto dell’oggetto, dimensione che emerge soprattutto quando si osserva una certa ripetitività nell’acquisto di alcuni prodotti.

Da qui la tendenza nelle donne a comprare vestiti, oggetti e strumenti di bellezza, mentre gli uomini, anche loro attratti dai prodotti della cura del corpo, vi aggiungono il possesso di oggetti-simbolo del prestigio sociale come automobili, strumenti tecnologici spesso legati ai loro sogni professionali più alti.

Ecco, quindi, che la sindrome da shopping si presenta come un articolato disturbo in cui più forme di disagio si intrecciano: il disturbo del controllo dell’impulso; i comportamenti ossessivi; la dipendenza da un’attività.
E’ importante, quindi, affrontare questo disturbo con gli strumenti adatti e le terapie specifiche per poter tornare a un comportamento normale che ci faccia stare bene.
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